Cantori ha presentato al Salone del Mobile di Milano 2023 una nuova collezione di mobili e complementi d’arredo. Linee pulite ed essenziali contraddistinguono mobili contemporanei, ma con un fascino senza tempo. Elementi che uniscono passato e presente, come il metallo e la pelle, sono importanti protagonisti della nuove proposte.
Alta qualità, versatilità espressiva, design. Sono questi i tre plus che lo stile Cantori offre ai suoi clienti internazionali, elementi tangibili della collezione presentata ai visitatori del 61° Salone del Mobile di Milano. Cantori ha fatto rivivere nelle sue collezioni di mobili tutta la sua storia, iniziata alla fine degli anni ’70.
Le novità sono state presentate in un’esposizione continua allo stand del Salone del Mobile, che ha compreso simboli della tradizione Cantori come la poltrona Twist, e le proposte degli ultimi anni, con le nuove finiture e i nuovi colori, comunque fedeli all’identità dell’azienda.
Nella sua naturale evoluzione stilistica, Cantori ha sempre creato mobili che attirano l’attenzione con discrezione, con il fascino e l’estro del raffinato artigianato. Una formula, proprio quella dell’artigianato marchigiano, che ha dato e continua a dare ragione a Cantori.
Di seguito le novità presentate:
Twiggy, tavolino in metallo e cuoio disponibile in due misure. Le tre gambe inclinate della base evidenziano un ritmo accentuato anche dai tre tagli semisferici sulla circonferenza del piano. Il top è rivestito in cuoio italiano, disponibile in due colorazioni, che crea un contrasto visivo caldo con il freddo del metallo della base. La grande attenzione ai dettagli più minuziosi, la scelta di materiali pregiati e la lavorazione che viene eseguita nei laboratori di Cantori nelle Marche, conferisce ai prodotto un allure di stile e atemporalità, permettendo di posizionare questo complemento d’arredo nei progetti più eterogenei.
La struttura della madia Rain, disegnata da Luca Roccadadria, è in legno con base e top laccati neri e i frontali delle ante rivestiti in lamiera argentata incisa a laser. Un esempio dove tecnologia e lavoro artigianale si fondono per un risultato sorprendente. È disponibile sia in versione madia che cabinet. La struttura interamente in legno con base e top laccati neri ha i frontali delle ante rivestiti in lamiera argentata incisa a laser. I piedini sono in metallo.
La struttura di Vico è in tubolare di ferro formata da cornici sovrapposte assimetriche, da una parte la libreria dall’altra porta TV, che possono essere scelti separati o riflessi. I ripiani e i cassetti sono in legno laccato e antigraffio. Lo schienale è in frassino grigio, con venature a vista. L’asimmetria e la struttura a vista lo rendono un prodotto dove funzione ed estetica convivono in perfetto bilanciamento.
Maurizio Manzoni ha disegnato una poltrona dal design elegante ed essenziale, formata da una
rigorosa base in metallo che sostiene la seduta.
Tre diversi blocchi accostati, separati per dornare elasticità alla seduta, sono imbottiti e rivestiti in morbito tessuto. Della stessa linea è presente anche la sedia Jackie.
Blockbau, ispirato alla tecnica costruttiva omonima, non è un semplice divano, ma un intero
sistema modulare dalla caratteristica lavorazione trapuntata. Semplici piedini in metallo
sorreggono la struttura sulla quale si intervallano i moduli seduta, i braccioli ma anche tavoli integrati in legno.
Nato dalla matita di Maurizio Manzoni, Cloud è un sistema di divani componibili che come
suggerisce il nome s’ispira alla rotondità delle nuvole e alla loro libera disposizione nello spazio. Una struttura a “T” in metallo sostiene sedute e schienali arrotondati, da posizionare in modo personale e creativo. Completano la proposta gli elementi pouf e dei tavolini della stessa serie.
La consolle Juliet ha un piano in ferro trattato peltro e una struttura in legno di frassino nero. La stessa struttura fa da cornice ad un pannello murale con specchio e pelle impunturata a mano. Un elemento d’arredo dal design originale che dimostra la grande abilità delle maestranze artigiane di Cantori.
